Solitudine e sentirsi sole: queste due parole non sono sinonimi, ma ad una lettura distratta potrebbero sembrarlo. Ogni parola ha un significato universale e convenzionalmente accettato e un significato corporeo personale che riguarda il tuo vissuto e le tue emozioni. Se hai sperimentato la solitudine infatti, avrai certamente un tuo pensiero a riguardo, non solo nel definirla, ma anche e, soprattutto, nel sentirla e ricordarla nel corpo attraverso l’emozione che questa parola suscita in te.
La percezione di sentirsi sole può essere vissuta sia in un momento in cui si è effettivamente sole, sia in un contesto di gruppo. Conosco persone che sono da sole, vivono da sole, ma non si sentono sole ed altre che vivono in coppia o in famiglia che si sentono profondamente sole. Lo so sembra un gioco di parole, ma quello su cui voglio portare la tua attenzione con questo articolo è sul tuo rapporto con la solitudine. Il tuo rapporto con questa parola può rivelarti molto di te stessa e delle relazioni che hai.
Secondo alcuni autori imparare ad avere un buon rapporto con se stesse aiuta ad attraversare i momenti di solitudine e a volte spinge proprio a cercare quei momenti.
Io credo che la conoscenza di se stesse sia una strada necessaria. Saper stare in compagnia di sé stesse è un’abilità che fa la differenza e che si riflette molto sulla qualità delle relazioni. Stare bene da sole infatti, non significa isolarsi dal mondo esterno, ma circondarsi di relazioni che si ritengono importanti e che danno un valore aggiunto alle nostre vite.
L’arte della solitudine
La solitudine a volte non ha mezzi termini: può essere un’esperienza drammatica o un’esperienza fantastica, tutto dipende dal tuo mondo emotivo interiore. Ci sono solitudini gioiose e solitudini tristi. Ciò che fa la differenza sono le sfumature del tuo “colore emotivo predominante” in quel momento.
Se dentro il tuo mondo interiore sei nel nero profondo e denso sarà un’esperienza pesante e vorrai liberartene subito, se al contrario, dentro di te stai vivendo in un colore luminoso e caldo stare da sola potrebbe essere gioioso e liberante. (A proposito di colori ed emozioni ti consiglio di leggere l’articolo dedicato all’arte di stemperare le emozioni, potrebbe esserti utile. )
Ognuna di noi ha un rapporto diverso con la solitudine e questa situazione può avere scopi differenti anche in base a quando la sperimentiamo, all’età che abbiamo e alle priorità che in quel momento ci guidano.
La solitudine è un passaggio inevitabile nei cambiamenti. Il cambiamento, infatti, è un percorso che avviene in solitudine ed è proprio il rapporto che tu hai con la solitudine che fa la differenza. Il cambiamento è sempre un processo che inizia a maturare interiormente e che hai bisogno di coltivare da sola prima di portarlo all’esterno.
Il circolo virtuoso della consapevolezza
Alla fine, la solitudine in sè, è un’esperienza come tutte le altre e può diventare una vera e propria arte di vivere meglio se impari a dosarla nelle tue giornate.
Io ho trovato nella solitudine il modo in cui attivare al meglio i tre ingredienti del mio circolo virtuoso della consapevolezza: lettura, scrittura ed ascolto del corpo.
La lettura mi aiuta a stare con me stessa scoprendo nuovi sguardi e nuove parole, quando scrivo entro in contatto con la mia essenza e quando ascolto il corpo attraverso una meditazione, un rilassamento, una pratica di consapevolezza corporea entro nel mio mondo interiore.
La solitudine ha un lato luminoso, sta a te scoprirlo!
Photo by Kevin Young on Unsplash
Apprezzo molto la solitudine. La mia non è vuota.
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Credo che la solitudine alternata alla socialità sia una condizione fondamentale per le scrittrici e gli scrittori.
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Sicuramente
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