Dopo quasi dieci anni di pausa ho ripreso a creare con il Macramè. Ho ritrovato una parte di me che avevo perso. È sempre una grande emozione quando ci si “ritrova”.
Cosa c’entra il macramè con la consapevolezza corporea, la meditazione e le tecniche di rilassamento (argomenti che fino ad oggi ho trattato su questo blog)? Molto!
Un nodo dopo l’altro mi sono resa conto, infatti, dell’esistenza di un “filo” che unisce la consapevolezza corporea alle varie fasi della lavorazione con il macramè.
Prima di raccontarti come io vivo il macramè voglio darti una breve descrizione di cosa si tratta. Il macramè è l’arte di annodare i fili in diversi modi utilizzando le mani (nè uncinetti nè ferri da maglia) per creare sia arazzi da appendere (acchiappa-sogni, scaccia spiriti etc) sia oggetti con una funzionalità (borse, porta riviste, cinture etc.) e anche gioielli (collane, bracciali, orecchini). Da questa sintetica descrizione dovresti riuscire già a percepire la potenzialità creativa di questa arte così versatile e, se mi segui da un po’, potresti capire perché mi sono sentita “ri-chiamata”.
Macramè e consapevolezza corporea: radicarsi nelle mani.
Ancora prima di intrecciare i fili e creare il disegno o il progetto con i nodi, nella mia esperienza personale, c’è il cammino in riva al mare alla ricerca di legni (se il progetto richiede un supporto come il legno). Camminare sulla spiaggia mi permette di stare all’aria aperta, respirare e portare attenzione “ai doni che il mare porta sulla spiaggia”. E’ un momento di gratitudine e consapevolezza che sa di libertà.
La scelta del progetto (che spesso cambia durante il processo creativo), la scelta dei fili e dei colori da utilizzare richiama la parte più organizzativa e progettuale del mio essere e mi mette nella condizione di vedere già nella mente la creazione finita.
Il processo vero e proprio di annodare è un momento (uno spazio/tempo) che scelgo con cura e al quale mi approccio come faccio con tutte le mie pratiche corporee: facendo spazio dentro e fuori di me per creare “l’ascolto”. Creo il sottofondo musicale per quel progetto preciso, utilizzo un aroma (spesso un incenso), tolgo le scarpe e, ben in contatto con i piedi a terra, inizio ad annodare con le mani entrando in risonanza con i nodi.
Se hai letto fino a qui, credo tu abbia compreso che per me non si tratta di intrecciare i fili per creare oggetti o di dedicarmi ad un nuovo hobby per fare dei lavoretti (grrr!), si tratta di essere pienamente presente nell’atto di creare, di “radicarmi nelle mani” per esprimere, anche in questo modo, la mia energia creativa e curativa. Si tratta di entrare in contatto con l’artista interiore .
Ecco. Questo è il macramè per me ora; so per esperienza che da “cosa nasce cosa” e scelgo di lasciarmi guidare dai nodi per vedere dove i fili mi porteranno. Per ora annodare e creare con le mani mi regala molta gioia e va bene così. Se vuoi puoi vedere i miei lavori qui: https://macrameditazione.wordpress.com
“La chiave della cura si nasconde nella gioia”
Appunti personali di pratica -Barbara Boschi-
Se sei interessata/o al macramè e vuoi saperne di più ti consiglio di visitare
https://nodosunodomacrame.com/
https://morenapirri.wordpress.com/
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