FARE PAUSA, FARE ORDINE: Nonostante venga ripetuto per due volte il verbo FARE nel titolo, questo articolo è pieno di ESSERE e ad alto contenuto emotivo e personale.
(Se mi conosci o se mi segui da un po’, sai che mi piace giocare con le parole e che in ogni frase che scrivo puoi trovare più significati)
FARE PAUSA E FARE ORDINE è stata la mia priorità dopo l’ultimo articolo su questo blog ( leggi staccare la spina)
Nonostante da settembre 2021 io abbia scelto un nuovo ritmo di vita (lento e libero) ho sentito comunque il bisogno di una pausa per fare ordine tra tutte le idee e le opportunità che in questi ultimi mesi sono venute a trovarmi. Sono nel bel mezzo di un passaggio evolutivo (o se preferisci puoi chiamarlo momento di risveglio) e questo significa per me ricordarmi chi sono e “fare attenzione a non perdere i pezzi” e per fare questo ho avuto bisogno di allontanarmi per un po’ per poi tornare con occhi diversi e con un cuore più aperto.
I passaggi evolutivi sono ciclici (vanno e vengono puntualmente) e sono sia meravigliosi che faticosi. Sono momenti di risveglio che ci chiedono di essere coraggiose e coraggiosi. A volte ci chiedono di intraprendere una nuova strada, a volte di dare una sfumatura diversa a quella che stiamo già percorrendo o, altre volte ancora, di ricordarci chi siamo.
Di solito, di questi passaggi, se ne parla solo dopo averli attraversati del tutto perché raramente durante il cammino di trasformazione si hanno le idee chiare sulla direzione che si sta prendendo, e si potrebbe solo aumentare la confusione. E’ chiaro che qualcosa va cambiato, ma l’incertezza la fa da padrona. Ricordo di averne parlato in un certo senso in un articolo del blog qualche tempo fa.
(https://barbaraboschi.blog/2021/11/13/atteggiamento-positivo-e-negative-capability/)
Fare pausa per onorare i passaggi evolutivi
Io ho una grande fiducia nei movimenti di cambiamento interiori ed è l’ingrediente che più mi aiuta nei processi di trasformazione.
In questo momento, quello che sto vivendo è un risveglio lento e costante ed è forse per questo che ne parlo pubblicamente e con grande serenità nonostante non abbia ancora ben capito esattamente dove mi stia portando. Riesco comunque a vedere dei punti saldi, come l’ascolto del corpo, la meditazione e il rilassamento, che hanno radici profonde e antiche dentro di me. Allo stesso tempo ci sono nuove e vecchie parti di me inascoltate che vogliono trovare uno spazio alla luce, uscire allo scoperto.
Vorrei con queste mie parole farti capire come un cambiamento, anche grosso e faticoso, possa essere affrontato un passo alla volta e con grande fiducia.
E’ difficile però riuscire a tradurre in parole ciò che sto vivendo e che sono certa hai vissuto anche tu qualche volta (o proprio adesso lo stai vivendo come me). So che, anche se avessi imparato ogni più segreta sfumatura del vocabolario emotivo, sarebbe molto difficile trasferire ad un altro essere umano la vastità del mio vissuto, perché ognuno di noi è unico ed irripetibile. Posso solo provarci, ed è ciò che ho fatto con questo articolo dal tono speciale e intimo, consapevole che il mio vissuto ti arriverà carico del momento di condivisione e si sfumerà cogliendo anche il tuo vissuto di questo momento. A dire la verità credo che ad ognuna e ad ognuno di voi arriverà un messaggio diverso pur avendo utilizzato le stesse parole!
Perché lo faccio? Perché credo nel potere della condivisione delle esperienze, perché la scrittura è un ottimo canale per me e perché anche in questo modo faccio ordine.
Può essere che tu abbia sentito alcune parole risuonare dentro di te o, al contrario, che tu senta che è arrivato il momento di non seguire più questo blog perché non siamo più sulla stessa lunghezza d’onda. Siamo specchi e questo è ciò a cui andiamo incontro quando ascoltiamo, guardiamo e sentiamo l’altro.
Mi è capitato di provare questa sensazione in questi anni, dura da un po’ a dire il vero.
L’immagine che mi viene in mente è quella della barca e del mare.
Lasciare la terra ferma e partire, navigare a testa alta verso una terra ignota.
Ci sono pochissimi punti fermi e dunque ci si sente destabilizzati.
Eppure si percepisce che si sta facendo la cosa giusta, anche se non si sa bene dove si finirà, quale sarà la terra che scopriremo!
"Mi piace"Piace a 1 persona