La postura nel mio approccio non è una forma ideale a cui tendere, ma un’attenzione da allenare attraverso il corpo. E’ un percorso di consapevolezza che diventa non solo una modalità per ascoltarsi, ma anche una possibilità di modificare, in maniera graduale, il proprio atteggiamento mentale. La postura infatti è strettamente connessa al nostro modo di essere e di agire.
La postura siamo noi.
La prima tappa di un percorso di consapevolezza della postura consiste nell’accorgersi della propria postura fisica e relazionale, del proprio “essere nel mondo”. Questo significa imparare ad ascoltarsi in movimento, senza giudizio ma con lo scopo di comprendere alcuni atteggiamenti posturali che sono strettamente collegati agli atteggiamenti mentali.
La seconda tappa consiste nel mettere in azione la consapevolezza attuando dei cambiamenti che permettano la trasformazione e l’evoluzione di atteggiamenti mentali che non risultano essere utili per la nostra vita.
Cambiare una postura significa modificare un’emozione e una modalità di relazione. Ad esempio, quando si è molto stanchi, sia fisicamente che mentalmente, è facile assumere una postura che chiude il respiro, con le spalle un po’ chiuse e la testa abbassata.
La postura che si assume in questi momenti è in sintonia con le emozioni che si stanno provando in quel momento. Se si modifica la posizione delle singoli parti corporee come ad esempio, alzare lo sguardo, aprire le spalle e ampliare il respiro si può assistere alla trasformazione dello stato emotivo. E’ un lavoro percettivo e di consapevolezza corporea ed emotiva, è quindi importante non eseguirlo meccanicamente come se fosse un esercizio fisico, ma come processo di apprendimento e consapevolezza.
Un approccio consapevole alla postura richiede la disponibilità ad ascoltarsi, ad allenare la propria attenzione e la capacità di mettersi in discussione, tutti elementi che fanno parte della crescita personale attraverso la pratica consapevole (approccio mindfulness).
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